Lupi e predazioni, Marino Pagiusco: 'L'unica soluzione è lasciare le malghe'
- 11 Settembre 2024
- Attualità
- Di Redazione
Continua la mattanza di animali al pascolo
Il lupo continua a fare strage di
animali. Colpito dalla perdita di un bovino, è stato questa volta il padre
della transumanza, Marino Pagiusco, che, è bene ricordarlo, è stata inserita
nel 2019 dall'Unesco nella lista del Patrimonio culturale immateriale.
"La scorsa notte ho sentito gli animali
particolarmente irrequieti - spiega Marino Pagiusco, gestore della Malga V
Lotto Marcesina ad Enego - così intorno alle quattro del mattino, torcia alla
mano, mi sono precipitato nel pascolo, tra la nebbia. Sembrava tutto normale,
ma al mattino l'amara scoperta: una delle mie bovine era state predata da un
lupo. Mi sono premurato subito, questa mattina, di contattare la Polizia
provinciale, per denunciare l'accaduto, e mi è stato detto che arriveranno in
giornata, ma di avere pazienza, in quanto la scorsa notte c'erano state altre
predazioni, oltre alla mia, a Posina e ad Asiago".
I branchi di lupi, è innegabile, sono
molti e sono sparsi per tutta la provincia, dove sembra che nessuna zona sia
risparmiata dalla presenza del carnivoro. "La situazione è diventata
insostenibile - prosegue Pagiusco - e sono convinto che l'unica soluzione sia
lasciare le malghe. Non è concepibile che ogni giorno continuiamo così e chi
dovrebbe difenderci ha perso la capacità di essere credibile. Ed è evidente
che, se le istituzioni non fanno nulla per contrastare questa situazione vuol
dire che intendono accettare l'abbandono del territorio, quindi l'incuria con
tutto ciò che ne consegue per l'economia dei territori coinvolti".
Marino Pagiusco, innamorato dei suoi
animali, non nasconde tutta la propria sofferenza ed il morale a terra: "È
tutto da vedere se ci vedremo alla transumanza, in quanto non possiamo
escludere di scaricare anticipatamente la malga, anche se rinunciare ci
dispiacerebbe davvero molto".
Analoga situazione si è verificata nella
giornata di ieri a Malga Cimo a Campolongo sul Brenta, dove la giovane
Valentina Pigato porta al pascolo le proprie bovine di razza Burlina, una razza
a limitata diffusione.
"È il terzo anno consecutivo che il lupo non ci lascia in
pace. Recentemente abbiamo subìto una predazione con tre vitelli di razza
Burlina uccisi e, con quella di ieri, riteniamo di non poter sopportare oltre
questa mattanza, perciò valuteremo se tornare in montagna, consapevoli
dell'alto rischio che corriamo".
Grande preoccupazione viene manifestata
anche da Coldiretti, che da mesi denuncia questi episodi: "Siamo ormai esausti
nel continuare a segnalare le predazioni nelle colline e montagne vicentine.
Gli allevatori che presidiano le malghe - conclude il presidente di Coldiretti
Vicenza, Pietro Guderzo - svolgono un prezioso compito di salvaguardia e cura
del territorio, pur con grosse difficoltà economiche, che riteniamo sia
irrinunciabile, soprattutto per le amministrazioni locali, che in tal modo
vengono sollevate da un'incombenza non di poco conto.
Proprio per questo pensiamo sia fondamentale che alla nostra battaglia di civiltà, perché difendere le malghe e le imprese riteniamo sia proprio una questione di civiltà, si aggreghino anche i sindaci del territorio. Abbiamo posto in atto tutte le misure passive possibili per difenderci dagli attacchi dei lupi, ma si sono rivelate inefficaci, pertanto occorre pensare al contenimento degli esemplari. Questa non è una battaglia solo di Coldiretti e non è solo una questione che riguarda le malghe. Basta con i tavoli di confronto, servono soluzioni immediate per evitare che la prossima estate ci ritroviamo a fare la conta dei morti. Non possiamo permetterci il lusso, infine, con l'approssimarsi delle olimpiadi invernali di presentarci con le montagne abbandonate".