Bonifica della Grotta di Fiara: trovate le carcasse di trenta pecore, di un bovino e di un cavallo
- 15 Settembre 2024
- Attualità
- Di Redazione
Due giorni di lavoro di 29 persone non sono bastati per completare l'operazione
7 e 8 settembre
2024, l'Altopiano è stato teatro di un'importante operazione di bonifica
che ha coinvolto la Grotta di Fiara, un luogo di grande rilevanza speleologica.
Speleologi, volontari e alpinisti si sono uniti per affrontare una sfida complessa:
liberare la grotta dai rifiuti, tra cui carcasse animali e detriti accumulatisi
nel tempo. Grazie all'impegno di 29 partecipanti, sono stati raccolti ben 45
sacchi di rifiuti in due giorni, utilizzando strumenti come verricelli e
motoseghe.
Tuttavia, l'intervento non è bastato per completare la bonifica, e
sarà necessario un ulteriore sforzo. Oltre all'aspetto pratico, questa
operazione ha acceso i riflettori sull'importanza di preservare gli ambienti
sotterranei e le risorse idriche, creando una preziosa sinergia tra le diverse
associazioni speleologiche coinvolte. La Grotta di Fiara, esplorata per la
prima volta dal Gruppo Speleologico Settecomuni circa 40 anni fa, è oggi il
simbolo di come l'intervento umano possa mettere a rischio la delicatezza di
questi ambienti.
Con il tempo, l'area è stata contaminata da carcasse di
animali e altri rifiuti, rendendo urgente un'azione di risanamento. Uno dei
protagonisti dell'operazione è stato "Chopper", speleologo del Gruppo
Settecomuni e uno dei primi esploratori della grotta. Il suo turbamento era
evidente: ricordava come, durante le prime esplorazioni, la grotta fosse
immacolata, mentre ora si trovava di fronte a una situazione ben diversa.
La
sua testimonianza ha sottolineato l'urgenza di agire per preservare questi
ambienti da ulteriori danni.
Nonostante
due giorni intensi di lavoro, il gruppo non è riuscito a completare l'opera di
bonifica, e si prevede un'ulteriore giornata per terminare il compito.
L'impegno è stato notevole: 19 persone hanno partecipato il primo giorno, a cui
se ne sono aggiunte altre 10 il giorno successivo. All'esterno, i rifiuti
raccolti sono stati attentamente selezionati e caricati su un pickup per il
trasporto al centro di raccolta.
Durante l'operazione, i Carabinieri Forestali
di Asiago hanno ricevuto alcuni reperti, tra cui orecchini identificativi e
fotografie del materiale estratto. Tra i rifiuti, sono state recuperate le
carcasse di circa trenta pecore, oltre ai resti di un bovino e di un cavallo o
asino.
L'operazione ha
visto la partecipazione di numerosi gruppi speleologici, tra cui il Gruppo Speleologico
Settecomuni, il Gruppo Grotte Trevisiol, il Gruppo Grotte Giara Modon di
Valstagna, il Gruppo Grotte Treviso, il Gruppo Grotte Valdagno, il Club
Speleologico Proteo, il Gruppo Speleologico Padovano CAI e il Gruppo
Speleologico Sacile. In totale, sono state dedicate 464 ore di lavoro
volontario, con 10 ore impiegate il sabato e 6 la domenica.
L'impresa ha
richiesto un'ampia gamma di attrezzature, tra cui verricelli, gruppi
elettrogeni, big bag, picconi, motoseghe e scale. Anche l'aspetto logistico è
stato essenziale: il Comune di Rotzo, proprietario del terreno, ha fornito il
cibo e le bevande necessari per i pasti dei partecipanti.
Questa operazione non
è solo un esempio di come si possa ripristinare un ambiente naturale, ma
rappresenta anche un'importante testimonianza del potere della collaborazione
umana. Speleologi, volontari e cittadini si sono uniti per un obiettivo comune:
proteggere e valorizzare un patrimonio naturale unico, dimostrando che l'unione
fa davvero la forza nella salvaguardia dell'ambiente.