Il lupo tra le case rianima il dibattito sulla presenza del grande carnivoro nel nostro territorio: nei giorni scorsi se n'è discusso anche a Roma
- 23 Gennaio 2023
- Attualità
- Di Stefania Longhini
Presente una rappresentanza dell'Altopiano

Una riunione a Roma per discutere sul problema della diffusione del lupo sulle montagne italiane. Un tema sempre d'attualità sull'Altopiano dove, anche pochi giorni fa è stato visto aggirarsi tra le case a Camporovere.
Il Sottosegretario
di Stato per l'agricoltura Sen. La Pietra e il Ministro dell'Agricoltura, la
Sovranità Alimentare e le Foreste On. Lollobrigida hanno incontrato una delegazione
di 20 pastori, alpigiani e allevatori provenienti 9 regioni italiane (Abruzzo,
Alto Adige, Campania, Lazio, Molise, Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto) per
raccogliere le loro istanze inerenti alla problematica dell'impatto dei lupi
sulle attività zootecniche, sia professionali che amatoriali, e sulla vita dei
cittadini.
Durante l'incontro,
promosso dall'Europarlamentare Pietro Fiocchi, che ha visto la partecipazione
anche di una rappresentanza dell'Altopiano di Asiago 7 Comuni, è emersa la
vastità e complessità della problematica che colpisce con la stessa gravità i
diversi comparti del pastoralismo e dell'allevamento estensivo da Sud a Nord: la
"convivenza" passiva con una popolazione crescente, incontrollata e sempre più
audace di lupi è impossibile su larga scala, andando a compromettere la
continuità aziendale e dei sistemi territoriali.
Il rischio concreto di
abbandono del territorio e delle aree marginali da parte degli allevatori (fenomeno
già in corso) comporta il venire meno dei servizi che l'attività rurale
fornisce alla collettività - come la manutenzione dei prati-pascoli e degli
ecosistemi alpini - e che non sono sostituibili dall'intervento della pubblica
amministrazione. Contestualmente, si vanno a perdere le caratteristiche
peculiari che rendono unici nel mondo i prodotti tipici del made in Italy, come
il Pecorino Romano DOP, il Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale IGP, l'Asiago di Malga e tutti
i formaggi tradizionali dell'arco alpino.
La problematica sta
suscitando grande unione tra pastori e allevatori, che si sono trovati riuniti
al di fuori dei colori sindacali per chiedere a gran voce la tutela della
pastorizia e dell'aLpicoltura, attività ad alto valore ambientale,
paesaggistico e turistico. A conclusione
dell'incontro, è stato consegnato al Ministro un documento contenente proposte
e richieste concrete a tutela della pastorizia e dell'aLpicoltura, sottoscritto
da 12 associazioni e comitati territoriali (Associazione per la tutela degli
Allevatori del Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise; Alleanza dei Pastori Aurunci e
Ciociari; Associazione Difesa Rurale; Associazione Pastoralismo Alpino;
Comitato Allevatori e Agricoltori del Territorio; Associazione Difesa Alpeggi
Piemonte; Comitato Salvaguardia Allevatori VCO; Consorzio Escaroun-Pecora
Sambucana; Associazione "Pastur De Blins"; Comitato Pastori d'Italia; Südtiroler
Bauernbund; Associazione Salvaguardia Rurale Veneta).
La delegazione rurale ha
colto positivamente la disponibilità sia del Ministro che della sua squadra ad
impegnarsi nel prossimo futuro per cercare soluzioni diverse e condivise e
nuove vie istituzionali per tutelare il mondo rurale della pastorizia e dell'alpeggio vero
cuore pulsante del territorio Italiano.