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In migliaia alla Rogazione ritrovata

  • 28 Maggio 2022
  • Attualità
  • Di Stefania Longhini

Una tradizione molto sentita, tra fede, memoria e attualità

Oggi ad Asiago si svolge la Grande Rogazione. L'appuntamento tra fede e tradizione torna dopo due anni di stop a causa della Pandemia. Migliaia già dal primo mattino le persone che si sono messe in cammino per il Giro del mondo: dalla chiesa alla chiesa in un ideale abbraccio alla propria terra. Si sentiva la mancanza di questo giorno, il giorno in cui la comunità asiaghese si sente unita e si cammina insieme portando nel cuore preghiere e desideri, con un pensiero rivolto alle persone care che non sono più fisicamente tra noi. La partenza alle 6 dal duomo. La sosta più lunga al Lazzaretto, con la Messa celebrata dal parroco don Roberto Bonomo.

"Facendo memoria della nostra storia, che ha sperimentato i terribili flagelli della peste, della guerra, del profugato e dell'emigrazione, - ha detto tra l'altro don Roberto nell'omelia - non possiamo oggi non pensare alla pandemia del coronavirus, ai tanti lutti che ha causato, alle esperienze strazianti per molte famiglie di non aver potuto assistere i loro cari nel momento del passaggio ad altra vita e talora nemmeno aver potuto celebrare per loro una dignitosa sepoltura. Tutti ci siamo impoveriti in qualità di vita e di relazioni. E continuano in noi il disorientamento e la presenza di paure che ci impediscono di vivere in pienezza.

Ad aumentare questa insicurezza è arrivata poi nella nostra Europa questa terribile, impensabile, assurda guerra. Ed ecco ripetersi realtà che pensavamo non potessero più avvenire: migliaia di morti, tra cui molti civili e tra loro tanti bambini, paesi totalmente distrutti, violenze sulle donne, milioni di ucraini, donne, vecchi e bambini, costretti alla fame e ad andare profughi in altre nazioni.  Penso al popolo ucraino e penso alla mia, alla nostra terra...

Come storie lontane nel tempo, di infinito dolore, si incontrano, si intrecciano a formare un'unica storia. Mi accorgo quanto io sono legato al mio Altopiano, quanto la sua storia e le sue vicende sono scritte in me. E, allo stesso tempo, mi sento cittadino d'Europa e del mondo, fratello di ogni uomo e donna che soffre".

"Come trovo inciso nei grandi sassi, lungo il cammino della Rogazione, -  ha detto ancora don Roberto -  sento di appartenere ad un popolo in cammino, sulle orme dei nostri padri, nella luce di Cristo Risorto. Si riaccende la speranza. Il cuore si riscalda e rasserena. E rinnovo la preghiera: "Dalla folgore e dalla tempesta, dalla peste e dalla fame, dal flagello della guerra, liberaci Signore".

Dopo l'omelia, il pic nic durante il quale ha luogo lo scambio delle uova colorate. Poi la ripartenza fino alla tappa di Camporovere. Nel pomeriggio la salita del monte Bi, con una sosta sulla cima, quindi l'avvio verso i boschetti di Gallio dove si adornano capelli e cappelli con rami intrecciati e fiori.

Verso le 19 l'arrivo festoso ad Asiago, con l'ultima benedizione e l'arrivederci al prossimo anno.

RIPRODUZIONE RISERVATA
Autore

Stefania Longhini

Stefania Longhini, giornalista pubblicista (iscritta all'Ordine dei giornalisti del Veneto dal 1996). Tra i fondatori de l'Altopiano e direttore di questo quindicinale dal gennaio 2003. Ha una lunga esperienza nel campo giornalistico, grazie alla collaborazione, nel tempo, con varie testate sia della carta stampata (La Difesa del Popolo, Il Gazzettino, La Piazza dell'Altopiano, Asiago ieri oggi domani, Il Giornale di Vicenza), che radiofoniche (Radio Comunità Cristiana Altopiano, Radio Asiago, Radio Sette), che televisive (corrispondente dall'Altopiano per Tva Vicenza dal 96 al 2004).





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