Roana: esce alla ricerca di cinghiali e abbatte un cervo, cacciatore dovrà risponderne davanti al giudice
- 30 Gennaio 2023
- Cronaca
- Di Redazione
Individuato dalla Polizia provinciale

Era autorizzato al controllo del cinghiale, ma ha "preferito" abbattere un cervo.
Perlopiù di notte, quando è assolutamente vietato.
E' successo a Roana, dove N.Z., con regolare licenza di caccia, avrebbe dovuto essere
impegnato nel controllo del cinghiale, a cui era autorizzato dopo avere seguito un corso
specifico e una preparazione adeguata da parte della Polizia Provinciale.
Ma invece di dedicarsi ai cinghiali ha pensato bene, o male in questo caso, di abbattere un
cervo, pur non essendone assegnatario e violando quindi la normativa sulla caccia.
Un chiarimento necessario: la caccia ai cervi non è vietata, ma è severamente
regolamentata.
Per cacciare un cervo, o altri ungulati, bisogna essere autorizzati e
assegnatari di un capo, procedura che tiene conto della quantità di ungulati presenti in un
determinato luogo e di quanti ne possono essere abbattuti. L'abbattimento, inoltre, può
avvenire solamente di giorno.
N.Z., per inciso, non aveva capi assegnati.
Però poteva, di notte, effettuare il controllo dei cinghiali.
E pensando di farla franca, ha indirizzato il fucile verso un cervo.
Grazie ad una segnalazione anonima, la Polizia Provinciale ha individuato il luogo
dell'abbattimento, dove ancora c'erano tracce di sangue e di pneumatici di un fuoristrada.
Le indagini eseguite hanno portato gli agenti nell'abitazione a Roana di N.Z.
Nel bagagliaio del fuoristrada c'erano ancora macchie di sangue e, soprattutto, in una
cella frigorifera c'era il corpo del cervo.
La Polizia Provinciale ha già provveduto a segnalare N.Z. alla Procura di Vicenza per
abbattimento di specie protetta, classificato come reato penale.
Comminata sul posto anche la sanzione amministrativa di 360 euro per non avere
annotato sul tesserino l'uscita di caccia e per avere cacciato in orario notturno.
La Polizia Provinciale ha già avviato anche il procedimento per la revoca
dell'autorizzazione al controllo del cinghiale. "E' un'attività che si basa su un rapporto
di fiducia tra cacciatore e Polizia Provinciale -spiega il vicecomandante Gianluigi
Mazzucco- fiducia che ora non c'è più."
"La caccia agli ungulati segue regole rigide proprio per garantire un equilibrio della
presenza degli ungulati nei territori della nostra provincia -sottolinea il consigliere con
delega alla Polizia Provinciale Mattia Veronese- Non capire questo, significa non
rispettare la natura e fa male anche ai cacciatori. Per questo la Polizia Provinciale è
fortemente impegnata contro il bracconaggio, pur con risorse limitate, ma con il supporto
delle guardie volontarie e della maggior parte dei cacciatori che rispettano e fanno
rispettare la normativa sulla caccia."